Kravtchenko incanta il Nuovo con i Notturni di Chopin
UDINE. L’apertura della trentacinquesima stagione dell’Accademia di studi pianistici Ricci ha avuto ieri, davanti a un pubblico veramente numeroso, una particolarissima location: il palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Protagonista dell’evento la pianista russa Anna Kravtchenko vincitrice dell’edizione 1992, a soli sedici anni, del prestigioso premio Busoni.
Introdotta dalle parole di saluto e di augurio per la nuova stagione concertistica del sindaco di Udine professor Furio Honsell, dell’assessore provinciale alla Cultura dottoressa Musto, del dottor Mizzau presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine e della presidentessa dell’Accademia Ricci Flavia Brunetto, la Kravtchenko presenta un programma tutto dedicato a Frédéric Chopin e, contravvenendo al format della lezione concerto, non illustra il carattere del programma proposto ma attacca immediatamente con tre Notturni (in re bemolle maggiore op.27 n.2, in mi bemolle maggiore op.9 n.2 e in si maggiore op.9 n.3) e cosí, complice anche la particolare atmosfera del palcoscenico illuminato solo da luci soffuse, è subito magia. La Kravtchenko ha una straordinaria capacità di modulazione del tocco che le permette di cogliere le sfumature più intime del periodare chopiniano. Che non è solo sogno, come dimostra la successiva Sonata n.2 in si bemolle minore op.35, ma anche impeto e afflato verso l’infinito, caratteri evidenziati con meraviglioso slancio dalla pianista russa, commovente quando attacca la celebre Marcia funebre.
L’abilità della Kravtchenko, e ciò ne fa un’autorevolissima interprete chopiniano, sta nella sua capacità di estrapolare le caratteristiche piú tipiche e intimamente significative dalle pagine del celebre polacco, come l’ispirazione della musica popolare della Patria lontana, delle Quattro Mazurche op.33 (in sol diesis minore, re maggiore, do maggiore e si minore) da lei proposte al pubblico udinese o lo slancio vitale dell’Andante spianato e Grande
Polacca brillante in mi bemolle maggiore op.22 che conclude il concerto fra gli applausi che salutano così una grandissima interpretazione del genio chopiniano. Applausi generosamente ripagati dalla Kravtchenko con tre splendidi bis.
Sergio Zolli